lunedì 20 giugno 2011

Corollario al concetto di Dio parte seconda

Senza farmi prendere la mano dalla faccenda, che è mia personale, di avere ancora parecchi conti in sospeso con il cattolicesimo, volevo precisare una cosa più in generale a proposito del giudizio divino e della dicotomia buoni / cattivi, premio / punizione.

Ovviamente c'è un discorso che salta in mente a chiunque ed è questo: sì va beh ce l'hai coi preti, col peccato originale e con il giudizio universale, ma il karma? Il karma non ti punisce forse quando sbagli, non ti premia quando fai bene? E dove sta la differenza?

Beh, punto uno, fondamentale, un buddhista crede che il karma sia legato al samsara, cioè alla condizione di continua rinascita nel mondo senziente, che però, a forza di migliorarsi, a un certo punto finisce. E quando finisce non esiste un inferno, nè un paradiso, ma appunto il trascendere qualsiasi premio o punizione, il liberarsi da tutto e il non legarsi mai più a una sensazione, a un concetto, a un essere.

Punto due, c'è una bella differenza tra pensare:
che cavolo, ho una vita sola, la sto sprecando, sono uno schifo, non riesco a andare meglio di così, è colpa mia, ora morirò e non avrò fatto abbastanza (pensiero lineare, freccia dritta da nascita a morte e poi fine del segmento)
e pensare:
devo usare bene questa vita, che è una tra la migliaia di occasioni che mi vengono offerte e che io mi guadagno con i miei tentativi di progredire, lungo un percorso a spirale che sale lentamente, e lungo il quale, ops, sono scivolato, sì, ma posso riprendere a salire (pensiero a spirale, appunto, tridimensionale, e lungo il quale l'illuminazione si può incontrare in qualsiasi momento).

In tal senso, "L'orribile karma della formica" era sia divertente che istruttivo. Non aspettatevi una rivelazione, ma portatevelo al mare e sotto l'ombrellone scoprirete che è un'ironica ma non superficiale riflessione molto adatta agli occidentali.

Nessun commento:

Posta un commento