martedì 26 luglio 2011

Ultime dal Tibet, del più e del meno 1

Dogs not allowed

"Vieni, De, tieni qua, qua sull'erba."
E in un rettangolo di prato sotto la veranda imbandisco il pranzo al piccolo coyote bianco. Non sulla veranda e men che mai nella casetta di legno scandinavo che ci ospiterà per i prossimi giorni. Perchè nel centro buddhista, se poi ti tiri in camera le formiche, o un topo, è un casino convincere i responsabili che devono toglierteli dalla stanza altrimenti tu li uccidi. Ti guardano come tu guarderesti Hitler o Pinochet.

Comunque, appena apro la confezione di cibo, sento un fruscio. Il cane ci mette otto secondi a trangugiare tutta la porzione, lecca la ciotola, e a quel punto io le riaggancio il guinzaglio e mi dirigo verso il corpo principale dell'istituto, dove spero di trovare un cestino in cui buttare la confezione di pappa vuota, per i motivi di cui sopra.
Girato l'angolo della casetta, ci sbarra la strada una gattina tigrata. Che, vedendo la De, diventa tre volte se stessa e, invece di scappare, si mette di traverso sul sentierino.
"Ciao, micia. Ahem. Passiamo un attimo?"
No.
"Non ti fa niente sai?"
No.
"E' un bravo cane."
No.
"Sei una bella micina. Mucci mucci mucci mu. Dai."
Macchè. Io so praticamente tutto dei gatti e quando un gatto fa quella faccia, non ci puoi proprio discutere, se no attacca. Anche le persone, se necessario.

Riporto il cane nella casetta e esco di nuovo, con la confezione di Sheba aperta in mano.
Giro l'angolo.
La gattina, adesso, è compostamente seduta.
"Miau.", dice, con tono soave.
"Vuoi assaggiare?"
La gattina lecca diligentemente tutto il sughettino puzzolente rimasto in fondo alla scatoletta.
Vado fino ai bidoni. Quando torno è sdraiata lunga, pancia all'aria, a metà del viottolino e mi guarda con l'aria affettuosa.
Il messaggio è chiaro: i gatti sono per la non violenza, ma da attuarsi solo dopo che lo sterminio di tutti i cani sarà stato ultimato.

E a proposito di gestione del conflitto

La De e io passiamo quasi tutto il primo pomeriggio sulla veranda, che è strepitosa. Le casette di Pomaia sono belle, ma questa è superlativa. E' su una fascia stretta, circondata dagli ulivi, con vista mare da un lato e collina dall'altro. Il cielo è blu. Il mare turchese. C'è un bel venticello. E' magnifico. Tiro fuori il lavoro all'uncinetto, poso il sedere su una seggiola di plastica e i piedi sul bordo della veranda, e me la scialo. Poi comincia ad arrivare la gente che frequenta i corsi: e la reazione abituale della De, quando compare un essere umano sconosciuto in casa sua, è:
"Uah! Uah! Uaah! GrrrrrRRRRRRRR UAH UAH UAH!!!!"
Poi la Daisy piace molto agli amanti dei cani, per cui spesso la gente peggiora la situazione cercando di avvicinarla e dicendole che è piccola e carina. Il che la manda ancora più in bestia.

Mi preoccupo un po': la casetta è costituita da due camere con un bagno in comune, io ne occupo metà, quindi è logico supporre che prima di sera arriveranno dei coinquilini. Spero tanto che la De non decida di ringhiare o abbaiare ogni volta che li sente muovere, altrimenti è un casino.
Ma il problema è presto risolto, per fortuna. La mia vicina di stanza, che si rivelerà una simpatica e collaborativa compagna di corso, arriva col marito per le sei circa. Io in quel momento sono in casa, sento muovere in veranda, esco e saluto, il che per la De è il segnale che deve scatenarsi all'assalto verbale dell'intruso. Peccato che il marito della vicina, che io incontro per primo, sia un ragazzo veramente imponente, alto e molto grosso, con una folta barba, che, avendo una mole significativa, occupa tutta la veranda. Ha l'aria gentile e gli occhi buoni, ma mentre io registro questi dati la De esce da sotto il letto e si presenta fuori...
"GrrrrrRRRRRRR..." fa in crescendo, mentre zampetta verso la porta, e poi, una volta arrivata e praticamente vedendosi coprire il sole dal nuovo arrivato, conclude con:
"...RRrr. Ba... Mba.", detto a un volume quasi inudibile.
Eh eh eh, il piccolo intrepido coyote non se la sente di far incazzare il grosso uomo bianco.


Veggie Woodstock


Ovviamente si mangia vegetariano, biologico e non molto condito.
Ma per fortuna il cuoco è il mitico Aldo, un'istituzione: perchè è pugliese, e con le verdure è un mago. Perchè secondo me lui non è vegetariano per niente, a casa, ma cucina delle lenticchie saporite che non ti fanno rimpiangere l'arrosto. Perchè le sue frittate sono epiche, e quando fa i tortini di avanzi e ci mette il cacio di pecora, ti fa sembrare un tortino di avanzi anche più buono della pasqualina della nonna. E perchè è attraente, espansivo e simpatico. Ma non è questo il motivo per cui io sono una grandissima fan di Aldo: il motivo è che la finestra della cucina dà in facciata, d'estate è aperta, e oltre la griglia fitta della zanzariera si sente la miglior musica anni Sessanta e Settanta che il mondo abbia mai prodotto, e spesso anche Aldo che la canta a gola spiegata. Per cui secondo me se la roba è buona è perchè lui ha dei gusti musicali fantastici e perchè, quando cucina, canta The age of Aquarius, o altri pezzi cult. Ci sarebbe da fare uno studio sull'effetto delle vibrazioni della chitarra di Jimi Hendrix o di Keith Richards sulla consistenza della crema di tofu.
L'altro giorno volevo entrargli al self service intonando Ruby Tuesday nella versione della Safka. Son sicura che avrebbe apprezzato. Ma c'era troppa gente e io la canto veramente bene solo quando sono in macchina da sola.

3 commenti:

  1. è sempre piacevole e interessante leggerti

    RispondiElimina
  2. ma dove prendi questi racconti? io adoro la filosofia orientale...se ti interessa visita i miei blog: liberazioneanimale.blogspot.com e noeticaepresenzamentale.blogspot.com. Ciaooo!! :)

    RispondiElimina
  3. Dove prendi questi racconti?? Anke io adoro l'oriente e gli animali, se ti interessa visita il mio blog contro la vivisezione: liberazioneanimale.blogspot.com e l'altro: noeticaepresenzamentale.blogspot.com ..ciaoooo!!!

    RispondiElimina