domenica 12 febbraio 2012

Perchè io scelgo

Ieri ero molto afflitta, non tanto per il freddo e i suoi disagi come scrivevo sull'altro blog, quanto per questioni familiari, di quelle tipo supplizio ripetuto fino all'esaurimento, che mi stanno portando a un lento e disperato tracollo psicologico.

Non essendo una persona paziente, quando qualcuno o qualcosa mi conduce sull'orlo di un lento e disperato tracollo psicologico, il processo è sempre lo stesso.
Io scendo piaaaaaano piaaaaano lungo la china... piaaaaano... stringo i denti... ingrasso due chili e mezzo... continuo a stringere i denti... non dormo...
POI FINALMENTE ESPLODO, MI METTO A URLARE, MANDO TUTTI A CAGARE, FACCIO UNA SCENATA APOCALITTICA DI DUE ORE E CREO UNA VORAGINE NEI RAPPORTI FAMILIARI. Che i miei parenti prontamente dimenticano nel giro di qualche settimana, e io invece mi porto dietro per sempre.

Capitemi. Nel periodo precedente l'esplosione io non è che stia zitta e ferma. Cerco di avvisare che non sono d'accordo. Propongo soluzioni. Insisto, sia pure con calma. Chiedo chiarimenti, informazioni, spiegazioni. Dialogo.

Se non serve mai a niente non può essere solo colpa mia.

Col buddhismo e con luuuunghi anni di psicoterapia io ho migliorato parecchio le mie opzioni di dialogo e di compromesso, rafforzato la mia pazienza e allungato la resistenza. Ma arriva sempre un momento in cui proprio non voglio stare al gioco, se non posso mettere almeno qualche condizione che mi stia bene. Sono un essere umano e anche io devo poter piantare qualche paletto, cioè, non è che diventando buddhista uno diventi cretino e gli altri possano approfittarsene. O almeno non più di quanto potessero approfittarsene prima.

Per quanto riguarda le questioni che sono sul piatto in famiglia ultimamente, quel momento è arrivato ieri.
Solo che non ho potuto spiegarmi, nè con le buone nè con le cattive, perchè non ho incontrato i miei genitori. E dire che avevo caricato tutto lo spiegone cercando di renderlo il meno offensivo ma il più definitivo possibile.

Sono tornata a casa con il petto schiacciato da un macigno, e una certezza: io mi conosco, so a cosa sono disposta e a cosa no, quindi non devo aspettare di ridurmi a problemi di salute per reagire alle cose. L'ho saputo fin dall'inizio che mi sarebbe pesato molto quel che dovevo fare, e avrei anche potuto dirlo subito. Comunque, perchè non si dica che non ci ho provato, io ho tenuto botta più che ho potuto, e ne sono anche stata contenta, perchè il mio contributo in effetti è servito. Però poi siamo ricaduti nelle solite dinamiche malate della mia famiglia, che ormai da anni io smaschero senza fatica e alle quali non voglio più sottostare. Quindi io adesso mi chiamo fuori.

Insomma, ieri siamo arrivati a una situazione limite, e non ho potuto piantare paletti, per cui sono tornata a casa col paletto in mano e un gran peso anche fisico sul cuore.
Mi sono seduta a tavola e mi sentivo male.

Poi sono stata folgorata da un pensiero. Io posso scegliere da cosa farmi influenzare.

In effetti i problemi non si eliminano con una bella meditazione e un po' d'incenso. Restano comunque nodi da sbrogliare, decisioni da prendere, discorsi faticosi da fare, appuntamenti cui si preferirebbe non andare. Ma forse posso decidere quale impressione della mia mente voglio ascoltare. Per esempio, ieri ero seduta al sole. Potevo scegliere di continuare a macerarmi sui miei problemi o di ascoltare le reazioni del mio corpo alla luce e al calore. Poi ero a tavola, con lo stomaco stretto dalla preoccupazione, ma parlavo con calma delle possibili soluzioni e ho scelto di gustare la mia verdura lentamente e di concentrarmi su quanto mi piace il suono della voce di mio marito e quanto sono contenta che ogni tanto mi venga in aiuto, anche solo con un consiglio.

Pian piano il pomeriggio di angoscia che la mia mente aveva deciso di passare si è trasformato in un tranquillo sabato, e va beh, ho dovuto fare la doccia come gli antichi con catino e brocca, ma almeno non ho fomentato la gastrite che ormai, al solo suono delle parole "commercialista", "inquilino" "contratto", mi prende regolarmente a calci lo stomaco.

Ecco, io devo esercitarmi ancora moltissimo, su tutto quanto, ma qualche concetto base del fatto che la mente può essere guidata invece che lasciata vagolare lo sto iniziando a capire, se non altro quando mi conviene.

1 commento:

  1. ...cribbio quanto ti capisco! Io da quando ho dovuto e ripeto DOVUTO mettere un gran palo, faccio fatica a fare mio il distacco emotivo che ormai è l'unica via, il passo successivo per stare meglio. Forse devo concentrarmi su altro come fai tu!
    Buon lavoro!

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