lunedì 5 marzo 2012

Crescita, lenta, ma crescita

"Saremo in grado di comprendere quali pratiche devono essere poste in rilievo e applicate come metodi fondamentali negli specifici stadi del nostro addestramento, e in che modo tutti gli altri insegnamenti diventano in tal caso temporaneamente secondari, ossia istruzioni accessorie rispetto a quelle provvisoriamente fondamentali."
(Lama Tzong Kapha)



In questo viaggio tutto quel che succede dipende dal livello di chiarezza cui è giunta la nostra mente. Questo concetto mi è familiare fin da quando ho incontrato lo yoga come mera disciplina fisica: ognuno di noi SA a che punto è. Perciò fa le cose secondo un suo ritmo, una sua spirale di sviluppo, che può apparire completamente unica. E quando dico "fa le cose" intendo qualsiasi cosa: decidere fino a che punto sforzare un muscolo nella posizione yoga, acquisire una nuova abitudine nella routine quotidiana, stare seduti o camminare meditando, studiare il Dharma, interagire con gli altri, fare scelte personali, familiari, professionali.
Tutto è pratica, tutto insegna qualcosa, tutto richiede di essere pronti e tutto richiede di essere assimilato dal praticante nella sua mente, di diventare parte di lui.



"Tutto ciò incoraggia la fiducia in se stessi e il senso di responsabilità personale, due qualità molto importanti lungo il sentiero buddhista."
(S. S. Tenzin Ghyatso, il XIV Dalai Lama)

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